Autoimmune computer virus · 2010-05-21 by mmzz
Recentemente l’antivirus McAfee ha bersagliato un componenete essenziale dei sistemi Windows, scambiandolo per un virus e “uccidendo” l’ospite, cioè il PC.
Ieri Symantec ha acquistato Verisign . Le firme digitali dei database di virus saranno nelle stesse mani del produttore di antivirus.
Un passo in più verso il virus per computer autoimmune
Ma come, qualcuno aveva già previsto questo nel 2005?!
Update: Oggi (27 agosto 2010) Sophos identifica un proprio componente (Webex, necessario all’aggiornamento del sistema antivirus stesso), come una minaccia e lo esclude. La conseguenza è che finchè un umano non interviene con un override a livello superiore, nessun aggiornamento può essere installato, incluso quello che Sophos ha emesso per correggere il problema.
Un interessante esempio di autoreferenzialità nel codice che porta a autoimmunità.
come nasce un segno · 2010-04-16 by mmzz
Facendo una ricerca del numero 241543903 in un motore di ricerca si troveranno immagini di gente con la testa dentro al freezer.
Non c‘è un particolare nesso tra numero e immagini, salvo che —per convenzione— un certo numero di persone hanno deciso di fare quelle foto e di etichettarle con quel numero. Questa la spiegazione:
http://241543903.com/about-241543903
Questo comportamento mi pare emblematico del processo semiotico per cui a un significante si associa un significato a formare un segno.
significante: 241543903
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significato: mettere la testa nel freezer
Possiamo verificare che il segno “241543903”:
- è convenzionale: niente lega quella stringa a quel significato,
- codifica un gesto: il significante arbitrariamente viene associato ad una azione articolata, cioè “mettere la testa nel freezer”. Tutti coloro che condividono il codice e ricordano il numero potranno sostituirlo alla descrizione articolata dell’azione e viceversa.
- è legato ad una esplicita “istruzione”: “metti la testa nel frigo, fai la foto, ed etichettala con quel numero”. Per essere precisi, il numero codifica non tanto il mettere la testa nel frigo, ma la specifica sequenza di istruzioni.
- induce un comportamento emulativo: alla istruzione è legata la comunicazione “io ho fatto così” (I JUST DID ONE). E’ di per se un invito alla imitazione e alla propagazione del codice, aumentando la massa dei segni presenti in Internet.
Ovviamente questo segno non ha nessun senso.
mala tempora (re)currunt · 2010-04-06 by mmzz
“E’ un bisogno del popolo, per molti lati ancora barbaro, il voler essere guidato, diretto, comandato da qualcuno […]. Per questo, quando sulla morta gora della mediocrità parlamentare s’eleva un individuo che —insieme a moltissimi difetti— abbia le qualità che più piacciono alla plebe: la forza, l’orgoglio e l’audacia, egli si trova, presto o tardi, alla testa del governo”. Scipio Sighele, in Lepre-Petraccone — storia d’Italia dallunità ad oggi — Il Mulino 2008, p.86
Scipio Sighele, criminologo morto nel 1912, si riferiva a Crispi.
La maturità di una democrazia forse sta proprio nel mantere la mediocrità della morta gora della comunità politica, che da questa non si alzino flutti troppo alti. Nel temperare cioè gli slanci —in qualsiasi direzione siano diretti— della società civile.
Every good regulator is a model of the system it regulates · 2010-03-18 by mmzz
Così dicono Conant e Ashby.
Il problema con i sistemi difficili da regolare è che il regolatore ne fa parte.
Come può il regolatore rendere conto di tutta la varietà di un sistema di cui fa parte? Dovrebbe prendere in considerazione anche se stesso, e ciò che è peggio, anche se stesso mentre prende la decisione, e quindi la decisione che ancora non ha preso poichè —appunto— è proprio questa a rendere incompleta la descrizione del sistema da regolare.
Può sembrare un sofisma, ma è un problema molto concreto nella regolazione sociale, in cui occorre prendere in considerazione gli outcome della decisione che si sta prendendo, naturalmente prima di prenderla. E anche se molto spesso lo si fa, è illusorio considerare il sottosistema che prende la decisione come separato ed indipendente dal sistema di cui fa parte.
Ovviamente il decisore nel mondo vero —se non vuole rimanere intrappolato in un loop infinito— opera una chiusura decisionale e decide ad un certo punto di operare una decisione pur non avendo completato la previsione. La conoscenza perfetta in questi sistemi non solo non esiste in pratica, ma nemmeno può esistere in teoria. Il modello non può comprendere tutta la varietà del sistema che regola, se ne fa parte.
Potrebbe essere interessante simulare quali strategie siano più efficaci nel prendere una decisione in vari tipi di situazioni e con varie complessità, con vari tipi di sistemi la cui prevedibilità dipende in grado maggiore o minore dal decisore che lo regola, e in cui di conseguenza la closure avrà un peso maggiore o minore sulla decisione finale e sulla sua abilità di prevedere in modo affidabile il comportamento del sistema.
Si tratterebbe, in definitiva, di simulare il libero arbitrio.
Senza dubbio · 2010-02-04 by mmzz
Senza dubbio la presenza, in un testo, delle locuzioni “certamente” “non serve dimostrare che”, “come risulta evidente” o “pare del tutto ovvio che” denuncia in quel punto del discorso gli argomenti deboli o di difficile dismostrazione, o con appoggi fragili e incerti, pronti a franare appena indagati. Oppure, in alternativa, dei volgari truismi che rinforzano altri argomenti debolissimi.
Converrete con me che è del tutto superfluo dimostrare tale ovvietà.
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Crisi dello Stato e governance · 2010-01-21 by mmzz
L’irritante irenismo e la retorica progressista che accompagnano termini come “governance”, la “democrazia deliberativa” o i “processi partecipativi” presentati come panacea della “crisi dello Stato”, nascondono spesso (da parte di chi li sa impiegare) l’uso strategico e governamentale di questi mezzi, e (da parte degli altri) un vuoto cognitivo sui limiti degli stessi che spesso prelude ad un ricco banchetto per i pescecani.
E poi lo Stato sta meglio che mai: tra gli altri, ha il monopolio della caccia al pescecane. Non ha bisogno di rotte transoceaniche tracciata dalle ideologie, che portino o a albe radiose dell’avvenire o viceversa a stati leggeri e perfetti, “autoregolati come il mercato”; non servono nemmeno i portolani delle regole rigorose e saggi piloti che guidino le manovre nel porto delle nebbie delle politiche pubbliche. Il piccolo cabotaggio è sufficiente: obiettivi a breve raggio, naviglio leggero, ripari in caso ti tempesta se ne trovano sempre… Chiunque può guidare uno Stato, tanto non è lui a farlo.
Se la mancanza di alternative schiarisce le idee (Kissinger), il loro moltiplicarsi le confonde. E se non puoi batterli, confondili.
Eppure le comunità che costruiscono il proprio ambiente —dai villaggi di montagna alle comunità open source— hanno da sempre trovato i propri codici, delle condotte di condotte condivise. Spesso trovando le proprie verità senza troppi formalismi: “rough consensus and running code”.
Ci dovrà pur essere un modo…
Wordle · 2010-01-19 by mmzz
I miei tag del.icio.us secondo il tagcloud di Wordle
materia, energia, informazione · 2009-12-28 by mmzz
- massa = [misura della] quantità di materia [in un oggetto]
- energia = [misura della] possibilità [di un sistema] di compiere lavoro
- informazione = [misura della] quantità di stati che è possibile distinguere [in un sistema]
Dell’informazione va detto che “Information is inevitably tied to a physical representation and therefore to restrictions and possibilities related to the laws of physics and the parts available in the universe.”1
le tre definizioni si riferiscono a due elementi invarianti e uno variabile. Le parti invarianti sono (1) il processo di misurazione attraverso il quale l’osservatore è in grado di porre in relazione una osservazione con altre confrontabili (ad esempio attraverso un numero o un ordinamento); (2) il confine dell’oggetto o sistema, che deve essere (nei limiti del possibile) chiuso e definito nel corso della misurazione. La parte variabile è appunto l’oggetto della misura, ciò che la misura intende rilevare in quanto è variabile. La misurazione presuppone in chi la compie un modello dell’oggetto o del sistema.
Vi è un principio di equivalenza massa-energia (Einstein) ma —al momento, che sappia — nessun principio di equivalenza massa-informazione o informazione-energia. Mentre è possibile (anche solo teoricamente) trasformare materia in energia e viceversa, non è possibile trarre materia o energia dall’informazione (magari!) o viceversa immaginare una trasformazione che converta materia in informazione (con la scomparsa della materia e la comparsa di informazione).
Credo sia possibie affermare che l’energia si può “trasformare” in informazione, nel senso che ogni processo di creazione, distruzione, trasformazione dell’informazione richiede (come qualsiasi altro processo) dissipazione di energia. Tuttavia anche l’ entropia del sistema aumenta sempre ogni volta che una di queste trasformazioni si compie, mentre l’informazione può aumentare nel caso questa trasformazione comporti la capacità di distinguere un maggior numero di stati nel sistema. Perciò l’aumento di entropia è necessario se vi è un aumento di informazione, ma non è sufficiente (cioè non tutti gli aumenti di entropia corrispondono ad un aumento di informazione).
Perciò lo scambio di materia e/o energia tra due sistemi, può comportare un aumento della informazione (ciò negli stati distinti) interna ai due sistemi, mentre sicuramente comporta un aumento dell’entropia nel sistema composto dai due sistemi in comunicazione e nel canale che essi usano.
Di solito chiamiamo comunicazione lo scambio di materia/energia (nella forma di segnali) che comporta un aumento dell’informazione.
L’aumento dell’informazione nel sistema avviene alle spese dell’ambiente, nel quale aumenta l’entropia.
[1] Rolf Landauer, The physical nature of information, Physics Letters A, Volume 217, Issues 4-5, 15 July 1996, Pages 188-193, ISSN 0375-9601, DOI: 10.1016/0375-9601(96)00453-7.
[2] Michael C. Parker, Stuart D. Walker, Information transfer and Landauer’s principle, Optics Communications, Volume 229, Issues 1-6, 2 January 2004, Pages 23-27, ISSN 0030-4018, DOI: 10.1016/j.optcom.2003.10.019
PS: Ringrazio roto per gli scambi di punti di vista sulla questione.
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Criterio di distinzione tra discipline scientifiche · 2009-12-24 by mmzz
Propongo di dividere le discipline tra quelle il cui oggetto di studio necessita della disciplina stessa per esistere e quelle che invece possono farne a meno.
Es: l’ingegneria non puo’ fare a meno degli ingegneri, ma l’economia puo’ fare a meno degli economisti. La fisica segue le sue leggi senza i fisici, la politica senza politologi. La psiche senza psicologi. La statistica richiede gli statistici e la medicina ha bisogno dei medici. La giurisprudenza senza avvocati e giudici sparirebbe. Tuttavia le lettere sopravviverebbero ai propri studiosi. ….
Tre dimensioni del mutamento nei sistemi. · 2009-12-18 by mmzz
Vi sono tre direzioni secondo le quali si registra un mutamento nei sistemi complessi:
- organizzazione e complessità: l’aumento della complessità del sistema, l’aumento del numero dei suoi componenti, dei suoi moduli, dei codici secondo i quali agisce.
- identità/identificazione e ambientamento: l’aumento dell’estensione dell’azione del sistema, come capacità di determinare il suo ambiente anziché esserne determinato. Capacità di previsione del comportamento dei sistemi in esso immersi, incluso il sistema stesso: riflessività.
- naturalizzazione/conflitto: il movimento secondo il quale le innovazioni nelle prime due direzioni vengono incorporate nel sistema e ne fanno definitivamente parte. Il movimento si compone del processo di naturalizzazione (incorporazione delle innovazioni) e di quello di autopoiesi (capacità di riprodurre il sistema: copia) o viceversa di rifiuto.
I tre assi di tale movimento sono quello (nello stesso ordine):
- dal sistema non codificato, non organizzato, spontaneo, randomico, lasciato alla libera associazione; al sistema codificato, complesso, organizzato, modulare, stratificato, espresso, esplicito. Dal sistema in cui agenti multipli ricercano (exploration) in uno spazio di possibili innovazioni o soluzioni a problemi; al sistema organizzato e gerarchico in cui pochi agenti sono in grado di dirigere il sistema organizzato (exploitation).
- dal sistema soggetto all’ambiente, identificato, determinato, i cui confini sono fissati, che ha una limitata resilienza e capacità di incorporare un modello dell’ambiente; al sistema che prevede e determina il proprio ambiente, che è in grado di alterare i proprio confini, di darsi una identità, di rispondere per feedback, di alterare il proprio comportamento, che ha una elevata resilienza e è capace di incorporare se stesso nel modello che ha dell’ambiente e dell’azione su di esso.
- dal sistema che rileva l’innovazione e il mutamento (in se stesso, in altri sistemi, nell’ambiente) come qualcosa di artificiale, non-self, alieno, cui deve reagire, mettere in atto misure di accettazione espressa (assimilazione, simbiosi fisiologica) o respingimento (distruzione, patologia); al sistema che ha incorporato le innovazioni e non le registra nemmeno perché fanno parte della sua fisiologia. Ciò che nei sistemi complessi viene assimilato e naturalizzato entra nel processo di riproduzione, e viene riprodotto come self.
I tre assi vedono una oscillazione continua nell’evoluzione del sistema che cambia:
- la riorganizzazione, attraverso cicli di aumento della complessità e di una sua diminuzione, consolidamento, riduzione di componenti ridondanti, aumento e diminuzione di dimensioni e di numero e dimensione di propri elementi. Ciò corrisponde al presentarsi ciclico di configurazioni in cui prevale una fase di exploration in cui agenti multipli esplorano uno spazio di possibilità (libertà) a una fase in cui prevale l’exploitation sistematica, diretta, univoca, non questionabile, secondo routines prestabilite (potere). Aumento della organizzazione della stessa complessità in moduli e strati, con isolamento delle funzioni e distruzione della stessa con la ricerca di nuove forme di organizzazione.
- il prevalere alternato di fasi in cui il sistema pare determinato da eventi esterni (identificazione) a fasi in cui a prevalere è la sua capacità di imporre un proprio modello (identità) sull’ambiente. Fasi in cui è elevata la possibilità per l’ambiente di agire sul sistema (ridefinizione dei suoi confini, delle sue funzioni, della sua organizzazione interna, perfino della sua morte) e minima quella del sistema di regolare se stesso; e fasi in cui viceversa è il sistema ad avere una elevata capacità di costruire un modello dell’ambiente e determinarlo. Mutamento endogeno o esogeno.
- il prevalere di fasi in cui alterazioni del sistema che emergono dai precedenti movimenti vengono accolte o respinte, ovvero accolte, riprodotte nel sistema o tramandate e fasi in cui l’innovazione (o l’intervento dell’ambiente) viene combattuto, respinto, contrastato, avversato, e vengono messe in atto misure per ostacolare l’incorporazione del mutamento. La dimensione del conflitto o della naturalizzazione.
I tre assi danno luogo a dei piani e un volume, nel quale è possibile osservare il mutamento nel sistema secondo le componenti prevalenti in un dato momento.