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degradarte · 2008-01-20 by mmzz

Degradarte.org e’ un sito che raccoglie opere d’arte appositamente degradate per denunciare la proposta bislacca del disegno di legge S1861 di “degradare” ad arte i contenuti delle opere perché possano essere pubblicate in rete.

«1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma»

Ho proposto un mio intervento di degrado all’italiana, con delle opere di Van Gogh invase dalla spazzatura. Si possono “ammirare” nel sito di degradarte.

L’intossicazione con i nostri detriti, scarti, rifiuti, e’ un processo di auto-degrado temibilissimo. Da qui la necessita’ di identificare, selezionare , separare e smaltire il detrito, il superfluo. Una volta identificato, ma non ancora eliminato, è necessario (con ripugnanza) convivere con il rifiuto.
Che rapporti ci sono tra rifiuto e arte? Il rifiuto e’ sempre contiguo e affine all’arte. Non solo quando il rifiuto viene chiamato direttamente in causa, si pensi alla merde d’artiste di Manzoni, ma anche quando all’opera viene rifiutato lo “status” di opera d’arte. Si pensi all’arte degenerata condannata dai nazisti.

Ora decidere di obbligare a degradare (rendere affine al rifiuto) è la premessa per indurre a scartare (rifiutare).

Questa proposta di legge, come tante altre leggi, attaccano il diritto di copia sancito dal copyright. Questo è un fatto continuamente ricordato dal magistrato Corasaniti: il diritto di copia è alla base e costitisce il fondamento della disciplina normativa del copyright. Trattati e direttive sul © hanno come ambito la vita culturale collettiva, i doveri verso la comunità, il © come diritto (e non divieto) di copia. Corasaniti raccomanda di leggere i “considerando” della direttiva 2001/29/CE, non solo il testo!

Il WIPO (World Intellectual Property Organization) ha come motto “incoraggiare la creatività”. Il testo della Geneva Declaration on the Future of the World Intellectual Property Organization, “agenda” approvata ancora nel 2004 su richiesta di Brasile e Argentina, diceva: _< appropriate protection of intellectual property, or abandon all
efforts to harmonize or improve these laws. But we insist that WIPO to work from the broader framework described in the 1974 agreement with the UN, and to take a more balanced and realistic view of the social benefits and costs of intellectual property rights as a tool, but not the only tool, for supporting creativity intellectual activity.>>_

Se dimentichiamo i principi e le fondamenta del diritto di copia ce sta alla base dei trattati consentiamo al loro “dirottamento” da parte di interessi commerciali dalla vista breve.

Il ricordare i principi, il ricondurre i trattati nella loro sede originaria, questa e’ l’azione autenticamente politica che mi aspetto dal legislatore.