struttura, sistema, funzione, · 2008-04-23 by mmzz
Incontro spesso il termine struttura ove avrei scritto sistema. La parola struttura per me è centrata sul campo semantico di architettura, framework, telaio, impalcatura. Delinea in modo statico i principi, i lineamenti, le caratteristiche secondo cui un tutto è organizzato in parti attorno ad una ossatura. Strutturare significa porre le parti a delle distanze tra loro, secondo un ordine, una gerarchia, in vista di una costruzione complessiva. Vi è un tutto e una sua organizzazione. Destrutturare è operazione diversa dall’analisi che scompone la struttura, è una azione di disarticolazione che ha come obiettivo non l’analisi, ma la riorganizzazione in modo diverso. Il procedimento riduzionistico intende affrontare la complessità cercando di identificare le strutture alla scala “giusta” rispetto al fenomeno che si intende analizzare.
Sistema, all’opposto, prevede la considerazione della dinamica sincronica di un tutto composito: vi sono delle parti in relazione tra loro secondo una possibile struttura, e un tutto, il sistema. Sistema descrive anche una metodologia di analisi, centrata sullo scambio degli elementi tra loro, sulle loro azioni più che sulla loro composizione interna. Input, output, interfacce, ambiente, eventuali retroazioni. Rendere sistematico (sistematicizzare) significa ripetere nel tempo la stessa struttura di rapporti tra le parti, oppure organizzare queste tra loro e rendere espliciti i rapporti.
Gli elementi del sistema sono spesso sistemi a loro volta, riproponendo in scala ridotta al loro interno la struttura di cui fanno parte. L’analisi del sistema raramente considera la sua genesi, maturazione e eventuale fine: non spiega il mutamento dei rapporti nel tempo (dinamica diacronica). I rapporti tra le parti vengono descritti in termini il più possibile esatti, deterministici (o al limite probabilistici): la catena di causalità viene esplicata e distesa. Le uniche cause in gioco sono quelle efficienti, che spingono la catena degli eventi secondo il flusso degli input, degli output, delle retroazioni.
La parola funzione rappresenta il ruolo esercitato da ciascun elemento del sistema nell’economia generale degli scambi reciproci. Quali sono i compiti, la rilevanza, la dipendenza, di una parte in rapporto alle altre? Di servizio, di coordinamento, di inibizione, di promozione, di sostegno, di sincronizzazione, di protezione, ecc. L’attribuzione di funzione è un tentativo di spiegazione del rapporto tra le parti. Vuole dare ragione della struttura e dei rapporti: è esplicativo nei confronti dell’articolazione del sistema. E’ esplicativo in modo diverso rispetto alla catena causale evidenziata dalla descrizione del sistema. Infatti un modello funzionale non si limita a prendere atto dei rapporti che vi sono tra le parti, ma vuole coglierne le ragioni: dietro ad una funzione vi è uno scopo, un telos, un fine. In questo la causa è necessariamente la causa finale, cioè quella verso cui muove l’elemento del sistema o il sistema stesso, che lo attira, diversa dalla causa efficiente, che lo spinge per necessità.
La distinzione tra i termini struttura, sistema e funzione è opportuna, in quanto se vengono usati indistintamente possono portare a confusione. Se parlo di struttura mi riferirò alla descrizione statica di una articolazione, se di sistema, prenderò in considerazione i rapporti e i nessi causali, se di funzione amplierò lo sguardo anche sul fine.
La legge di gravitazione universale può essere espressa dalla sua formula, e i sistemi materiali vi si conformano, ad esempio quelli planetari; ma difficilmente si potrà parlare di funzione della Terra nel sistema planetario Sol. La descrizione si esaurisce nella struttura. Non altrettanto accade con sistemi più complessi.
Le “leggi” economiche o sociali potranno descriverne in modo parziale la struttura, e aiutarci a costruire dei modelli con caratteristiche di sistema, in cui vengono evidenziati degli elementi e i rapporti tra loro, in cui però sarà più facile identificare delle funzioni, degli scopi specifici, piuttosto che dei nessi strutturali causali e deterministici.
In un sistema biologico è forse più facile identificare delle parti e i nessi causali che soggiacciono alle loro relazioni, ed è forse perfino possibile ipotizzare delle funzioni, ma l’identificazione delle strutture complessive è resa difficile dalla enorme complessità delle relazioni.
Un sistema informatico (ad esempio un calcolatore elettronico, o una rete di calcolatori) si trova a metà strada. Può essere descritto in modo completo e generalmente esaustivo a livello strutturale: la composizione del sistema è determinata dall’esterno ed è generalmente stabile, inoltre il comportamento dei vari elementi è completamente determinato dalla programmazione (che prescrive e prescrive). Tuttavia per comprendere il funzionamento del sistema è necessario che vangano descritte le relazioni tra i vari elementi, le azioni reciproche, il flusso di dati tra elementi diversi, le interfacce e le possibili retroazioni.
Si può parlare di funzione dei vari elementi nella prospettiva del funzionamento (e nell’analisi del mal-funzionamento) complessivo del sistema, data una predeterminata suddivisione del lavoro tra elementi. Il telos, il fine, è il permanere delle funzionalità predeterminate del sistema al variare delle condizioni ambientali (resilienza) o perlomeno la salvaguardia dei dati.