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regole · 2007-10-06 by mmzz

Riflessioni su regole, norme, potere e ragioni che vi soggiacciono.

Premessa #1: Il potere e’ la possibilita’ di ottenere obbedienza a un comando (M.Weber). Cosa distingue un comando dalle regole che guidano la convivenza civile, le norme sociali, le leggi?

Premessa #2: Chi scrive nuove regole lo fa perche’ rappresentano una intenzione da parte di una collettivita’ di seguire un certo pattern di comportamento (J.Raz). La regola espressa e codificata in un sistema giuridico (_legal rule_) viene spiegata (_explained_) con riferimento al fatto che e’ seguita e il comportamento praticato dalla collettivita nel suo insieme.

Questione#1: situazioni intermedie: Vi sono legal rules che non vengono praticate dalla maggior parte della collettivita’, che anzi ne contesta le ragioni (sia di primo ordine che talvolta di secondo ordine, negando il valore come exlusionary reason o ragione che trattiene dal contestare la ragione di promo ordine). Ad esempio il servizio di leva, lo scaricare da musica o video copiati, il non pagare le tasse. In passato: la negazione del diritto di voto a ampie categorie sociali, molte delle norme sul lavoro, ecc…

Questione#2: dinamica. Ammesso anche che la contestazione della norma porti alla sua modificazione o abolizione, seguendo la constatazione che la ragione che vi soggiace non e’ compresa, questo processo prende del tempo perche’ si sviluppa come conseguenza di un conflitto o comunque di una dialettica dall’esito incerto. Nel frattempo, e’ difficile che una regola contestata possa essere riconosciuta come ragione anziche’ come comando.
In poche parole, mi pare che Raz trascuri (almeno in Reasons for Action, Decisions and Norms) il fatto che le ragioni del potere non coincidono sempre o facilmente quelle della collettivita’. E che la collettivita’ stessa spesso stenta a trovare le proprie ragioni.