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la definizione: il confine tra parole. · 2007-09-29 by mmzz

Spesso usiamo le parole ritenendo che possano essere utili a definire. Personalmente ritengo che questo sia molto spesso, se non sempre, un errore: le parole identificano dei centri semantici attorno ai quali vive la comunità di simboli, concetti, fatti, eventi che sono in stretta relazione con quella parola. A volte (polisemia) questi centri si sovrappongono nella stessa parola.
La definizione, ovvero il confine, la linea entro la quale vige un codice e oltre la quale ne vige un’altro, quel discrimine che segna l’appartenenza della cosa denominata a una comunità e ne esclude le altre, questa definizione non pertiene alla parola. Anzi, quando questo abuso semantico avviene ne nascono di solito gravi danni. Il termine “razza”, usato impropriamente per identificare l’appartenenza, ovvero attribuire una identità etnica, è un chiaro abuso: la razza è unica ed è quella umana. Il tentativo di attribuire un nome alla varietà di pigmentazioni della pelle e di origine etnica usando parole quali “nera”, “bianca”, “ebraica”, è un pretesto per dividere ciò che a priori si vuole dividere: si segna una traccia tra “noi” e “loro” e si attribuisce una parola a quanto sta di qua, e un’altra a quanto sta oltre. L’abuso semantico di parola, lungi dall’essere considerato un reato, viene chiamato “definizione”. Ma il tracciare un confine, non può avvenire solo puntando la gamba di un compasso in una parola che sta al centro di un territorio e pretendere di tracciare con l’altra un confine. Se si vuole comprendere quanto a quella parola si lega va frequentato assiduamente il suo territorio fino alle sue estreme propaggini, va attraversato in tutte le direzioni per scoprire le caratteristiche semantiche del terreno che la parola ricopre. Quello che accade, dopo questo assiduo sopralluogo, è che invece di scoprire dei veri confini, netti e delineati, tra due parole, si scoprono invece nuovi centri, nuove appartenenze, gamme intere di nuove sfumature. Le parole si moltiplicano e sovrappongono, invece che fronteggiarsi su una linea netta.
La parola, in altri termini, non può servire a identificare ma solo ad indicare un centro.