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Il Catechismo della Chiesa Consumista dei Santi Ottimisti · 2005-08-24 by mmzz

In “http://www.kelebekler.com/occ/prevekant.htm” Costanzo Preve scrive:

Non ci vuole poi molto a dire chiaramente in buona lingua inglese comprensibile a tutti che
l’economia neoliberale ha sostituito la religione precapitalistica
nella pretesa di normativita’ dei comportamenti individuali e
sociali.

E’ quanto credo anch’io.
Il BLIP del registratore di cassa e’ il suono sacro, l’OM
della nuova religione che ha portato il mondo alla sua fine,
le cui tre virtu’ teologali sono la fede nel mercato, la
speranza di riuscire a consumare di piu’ in futuro, la carita’ del
far girare l’economia e, cosi’ facendo, fare del bene al prossimo.

Dal nuovo Catechismo della Chiesa Consumista dei Santi Ottimisti:

1) La fede e’ la virtu’ teologale per la quale noi crediamo nel
libero mercato e a tutto cio’ che esso ci propone. Con la fede
l’uomo si abbandona tutto al mercato liberamente, fiducioso nei
suoi poteri di equa distribuzione e di autoregolazione.

Il Vero Consumatore non deve soltanto custodire la fede e vivere
di essa, ma anche professarla, darne testimonianza con franchezza
e diffonderla, affinche’ altri possano entrare nel mercato e
godere dei suoi benefici. Alcuni ritengono loro dovere farlo con
mezzi di evangelizzazione forse estremi ma di provata efficacia, come
la guerra. La Chiesa Consumista tollera il ricorso alla guerra
giusta nei casi piu’ estremi di resistenza al mercato.

2) La speranza e’ la virtu’ teologale per la quale desideriamo lo
shopping come nostra felicita’, riponendo la nostra fiducia nelle
promesse del mercato e in esso fondando le radici del nostro futuro:
“se oggi compro e’ perche’ domani saro’ vivo”, “domani saro’
piu’ felice se oggi comprero’ piu’ di ieri”.

La virtu’ della speranza risponde all’aspirazione alla felicita’,
presente nel cuore di ogni uomo; essa assume le attese che ispirano
le attivita’ degli uomini, che tutte si esprimono necessariamente
in qualche consumo; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in
tutti i momenti di abbandono; dilata il cuore nell’attesa del momento
del consumo.
Si riassume nell’espressione beato chi fa shopping.
Puo’ raggiungere nei mistici le vette dello “shopping compulsivo”.

3) La carita’ a’ la virtu’ teologale per la quale amiamo il
mercato sopra ogni cosa, e il nostro prossimo attraverso di esso.
La carita’ e’ superiore a tutte le virtu’. E’ la prima delle virtu’
teologali, perche’ si esprime nell’atto dell’acquistare, attraverso
il quale il Vero Consumatore dona il suo denaro a benefico generale,
offrendo opportunita’ di lavoro e ricchezza a tutta la catena
produttiva. E’ quindi alla base di tutte le altre virtu’.

Quantomai esplicativa del valore della carita’ e’ la campagna di
evangelizzazione televisiva in cui chi fa la spesa viene ringraziato
da passanti sconosciuti o in cui il marito si complimenta con
la compagna perche’ ha comprato una mela.

Queste le finezze del catechismo. Nella prassi le cose sono piu’ rozze:
invece della musichetta da ascensore, nei supermercati
tra breve udiremo le tonanti parole dei predicatori della
Confraternita della Lega contro la Parsimonia:
“Spendete, spendete, malnati!, redimete il vostro peccato
originale! la parsimonia maledetta, che affossa l’economia
e deprime i consumi!” – BLIP – “Bravi consumatori!” – BLIP – “Avanti coi carrelli, tirchi maledetti!” – BLIP – “Salute fratello, tuoi consumi ti hanno redento!” – BLIP –
mmzz

PS: il “catechismo” e’ liberamente tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica
“http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s1c1a7_it.htm”