codice, sistema e divisione dei poteri · 2007-09-14 by mmzz
Tutto ciò che in un sistema è efficace è – necessariamente -, potenzialmente tossico. Ogni azione che induca un cambiamento nel comportamento del sistema può, se non limitata, indurne il collasso, la crisi, la morte.
In particolar modo gli input più potenzialmente tossici sono quelli di codice ovvero quel genere di input che altera il funzionamento del sistema, contrapposto all’input che non ha il potere di modificare il modo in cui il sistema trasforma il proprio input in output. In politica si chiameranno politiche costitutive, in biologia DNA, in informatica programmi (opposti ai dati), eccetera. Mentre il potenziale tossico dell’input che non sia codice può provocare un sovraccarico del sistema, un suo rallentamento o la sua inadeguatezza a rispondere all’ambiente esterno, l’input di codice può procurarne il disarticolamento, la perdita dell’unità funzionale dall’interno. I meccanismi di funzionamento sono alterati, e questo comporta una alterazione radicale dei rapporti con l’ambiente e con altri sistemi.
Questo il motivo per cui la produzione di codice in un sistema di solito è soggetta a meccanismi complicati e demandata a organi plurimi, mai singoli. Ciò che di tossico uno può produrre, l’altro può contrastare. Il pharmacon-veleno può essere contrastato dal controveleno. La produzione di codice deve poter essere repressa.
Da qui nei sistemi giuridici le maggioranze qualificate nelle leggi costitutive, i controlli di legittimità, lla rilevanza della giurisprudenza. I filtri antivirus e i complessi meccanismi di debugging nei programmi per computer, i meccanismi complessi che sovrintendono la replicazione del DNA e la sua protezione nel nucleo.
Tuttavia è necessario che il sistema, specie se complesso, possa evolvere, adattarsi all’ambiente, e non solo resistervi: deve poter modificare il modo in cui funziona, visto che anche l’ambiente e gli altri sistemi sono in costante evoluzione.
Da dove può un sistema accogliere lo stimolo per questo cambiamento, se non accetta codice dall’ambiente? Occorre che le leggi rispecchino i costumi, che il patrimonio genetico di una cellula muti e accolga DNA dall’esterno, oltre che le mutazioni casuali indotte internamente. Se si considera in senso lato un sistema informatico, serve che questo accetti nuovi programmi, o correzioni di quelli vecchi, per adattarsi a nuove esigenze e sfide.
La particolare difficoltà sta quindi per un sistema vitale nel fatto di essere aperto al codice che proviene dall’ambiente e nello stesso tempo guardarsene.