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Il segno è una caccia · 2008-04-16 by mmzz

Come nella caccia mitica tra il cane Lelapo e la volpe Teumessa, il segno è una sola azione che richiede due attori. Un cacciatore, un cacciato, e la caccia.
Per rendere onore alla ricchezza del segno e del significare, serve anche che questa caccia non abbia mai fine; e perché possa proseguire in eterno,
Ma perché possa servire, occorre che la caccia si concluda, e che il significante possa acchiappare in modo stabile un significato. Perciò Zeus deve pietrificare i il cacciatore e la preda in un solo momento che li unisca. L’unione tra significante e significato avviene grazie all’atto divino di attribuire un valore convenzionale al segno, di permettergli di significare, e al quel segno, di avere quel significato.
Perché è necessario il gesto di Zeus a pietrificare la caccia? Perché se non viene interrotta, quella caccia, la caccia di senso, non può avere mai fine.Ma se il cacciatore uccide la preda, la caccia non può più proseguire, Perciò occorre che la caccia simultaneamente continui, e si interrompa. Che i segno significhi, ma non in modo completo e definitivo: il segno può ottenere più significati, e il gioco di rimando delle denotazioni è potenzialmente infinito. Come nella caccia tra Lelapo, cacciatore che non può mancare la preda, e Teumessa, volpe che non più essere cacciata, è necessario operare una chiusura, una closure, cioè attribuire in modo definitivo, sebbene insoddisfacente, un significante a un significato, una espressione ad un contenuto; occorre fare ciò sapendo che la caccia non è conclusa, accettare la possibilità che il segno menta o non esprima tutto il potenziale comunicativo, che sia un codice che cela oltre che svelare.
Ma sappiamo —anche se nessuna leggenda lo narra—, che appena Zeus distoglie lo sguardo, che la pietra si scioglie e Lelapo e Teumessa riprendono la caccia: il segno si apre nuovamente e il significante riprende il suo inseguimento al significato.