il bel danubio blu · 2008-04-05 by mmzz
Ho ascoltato alla radio il valzer di Johan Strauss “il bel Danubio Blu” nell’interpretazione di Karajan, per me indissolubilmente legato a “2001 Odissea nello spazio”. Visto al cinema quando avevo 10 anni circa, ha lasciato una impronta, un segno nella mia identità, quasi un feticcio. La navetta slanciata con la scritta “PanAm” sulla fiancata candida entra nella grandiosa stazione spaziale rotante, ancora in costruzione. Una matrimonio tra terra e cielo, tra scienza e progresso, tra futuro e presente. Una formidabile promessa di prosperità, progresso inarrestabile, solida attesa di un domani proiettato verso le stelle. Il valzer viennese, trionfale, sereno, maestoso, solenne accompagna ogni passo di una marcia che ci porta a magnifiche sorti e progressive; fine appena con la sua grazia di nascondere l’energia di una molla tesa, la volontà di più grandi balzi. Balzi che Kubrik ci offre, verso lo spazio e verso noi stessi.
Ma PanAm è fallita nel 1991, e il 2001 ha visto aerei civili usati come proiettili, e poi ancora altri proiettili lanciati contro civili. A molti popoli, da allora come prima, è stato portato via non il sogno nello spazio (come a me), ma ogni possibile futuro. La scienza e la tecnologia sono usate dall’uomo contro l’uomo e contro la natura, e lo spazio resta freddo e nero. Ammesso che ancora qualcuno lo guardi.
causa efficiente, causa finale, volontà e analisi scientifica Creatività, scienza e codice