Rischio la vita per lavoro · 2005-09-14 by mmzz
Due volte al giorno, almeno, rischio la vita.
E’ il mio mestiere.
Lavoro in un ufficio, pesto tasti per ore, seduto su una sedia girevole imbottita.
Il rischio e’ arrivarci, in un ufficio, e tornare a casa.
Negli ultimi tre mesi ho rischiato la vita seriamente tre volte, e il ferimento altre due.
Stamattina l’ultima, sulla rotonda vicino a casa: il nonno deposita il nipotino a scuola, e una volta messo il pargolo al sicuro romba felice sul SUV con barre antibufalo. E io, che bufalo non sono e che attraverso la rotonda in bicicletta, me lo vedo entrare spavaldo guardando a sinistra, mentre io gli stavo davanti. Scampanello in preda al panico. Inchioda in tempo, il nonno. Meno male che ha ancora i riflessi.
Venti chili di bambino sono al sicuro in venti quintali di macchina, ma io rischio di farmi spiaccicare sulle strade della mia citta’ ogni volta che esco di casa. Il SUV e’ il vero nemico del ciclista e del pedone. Se ti investe e’ cinque volte piu’ letale dell’auto. Inquina tutto quello che il ciclista risparmia. E questo solo per la soddisfazione del guidatore che, lui, si sente cosi’ sicuro.
I trattori devono stare fuori dalla citta’.
Certo, posso cercare i percorsi alternativi, ma sono spesso contromano, o prevedono attraversamenti arditi: oltre rischiare (un po’ meno) la vita rischio la multa. Gia’ ne ho una: alle tre di notte, per esser passato col giallo. Due carabinieri annoiati.
Qualche mese fa ho schivato una mamma frettolosa (niente suv, un’utilitaria rossa con 4 bambini a bordo) che entra sparata nella rotonda.
Mi ha scivato ma non si e’ fermata. I bambini mi guardavano inveire e gesticoloare dal lunotto posteriore. Ma mi ha visto bene in faccia, visto che mi e’ passata a 5 centimetri.
Direte: coi semafori si rischiava meno. Si rischiava meno la morte violenta, ma un cancrazzo non te lo toglie nessuno, ad aspettare il verde tra via facciolati e via gattamelata…
Teniamoci le rotonde.
Ma almeno ci fossero i limitatori di velocita’...
Il mio e’ un lavoro pericoloso.
Il Catechismo della Chiesa Consumista dei Santi Ottimisti Guy Debord // Bruce Schneier