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Marie Antoinette · 2007-01-17 by mmzz

Il film Marie Antoinette di Sofia Coppola presenta una regina di Francia sorpresa che una folla inferocita ed affamata piu’ che rivoluzionaria voglia la sua testa. Lo spettatore stesso non vede, anche se sa che esiste, la miseria di coloro che verranno a cercarla.

Dopo il film ci si chiede: ma Marie Anoinette e’ colpevole o innocente? La regina che ci propone la Coppola ha svolto il suo ruolo in un mondo disegnato, guidato e voluto da altri: il suo inetto marito il re, i suoi scellerati consiglieri. Ma questa innocenza, questa inconsapevolezza non e’ essa stessa colpevole? Non doveva lei, nel suo ruolo, preoccuparsi del suo popolo oltre che dell’erede che tutti le chiedono?

Finche’ stiamo a chiedercelo guardando a lei, a un lontano giorno di fine milleseicento, la cosa puo’ non toccarci piu’ di tanto. Ma se non vediamo una inquietante analogia, questo puo’ essere il segno di una nostra colpevole inconsapevolezza. Coppola suggerisce l’analogia in modo sfacciato: balli in maschera con musica rock, altri anacronismi e perfino una scarpa da basket nella collezione di scarpe che la regina si sta provando… Noi siamo come lei: inconsapevoli e forse anche innocenti spose di sovrani inetti o scellerati che stanno affamando e distruggendo non il regno di Francia, ma interi continenti. Questo suggerisce Coppola, assieme alla domanda: che c’e’ di male nel vivere come abbiamo sempre fatto, come ci e’ stato insegnato a fare, nell’unico modo di cui siamo capaci (specie se questo non e’ per nulla sgradevole) anche se questo rappresenta per la maggior parte della popolazione del mondo una incomprensibile e inaccettabile ingiustizia?

Io stesso scrivo ora in una confortevole casa riscaldata, su un costoso computer, e posso filosofare su un film visto dopo essermi ben nutrito. Tutte cose gradevoli. Ma non so cosa fare di diverso, non sono capace di fare altrimenti, se non forse scegliere di risparmiare un po’ di energia, stare attento alle etichette… Proprio come Marie Antoinette, che rimproverata per le sue troppe spese, sceglie di piantare le querce piccole invece che quelle gia’ alte nel suo nuovo giardino.

Ma come e’ successo a lei, anche a noi qualcuno verra’ a suggerire un modo diverso di vivere. E come a lei, nemmeno a noi servira’ un tardivo inchino di scuse al popolo sovrano per salvarsi.