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libertà e informazione. Ovvero perchè siamo liberi. · 2009-02-17 by mmzz

Se l’universo (o il pezzo da noi abitato) segue leggi deterministiche, anche i viventi sono determinati. Anche il comportamento, quindi, segue leggi per cui a ciò che precede segue necessariamente uno stato susseguente, potenzialmente conoscibile, a condizione di conoscere con sufficiente grado di precisione lo stato del sistema e le leggi che esso seguirà negli stati successivi.
Pur ammettendo che i sistemi complessi abbiano un grado elevato di imprevedibilità dovuto a comportamenti non lineari, resta il fatto che —teoricamente ed astrattamente— ogni essere è determinato. E qui si ferma il ragionamento astratto, perché nella prassi accade che si presentano dei limiti: 1) non è possibile possedere il grado sufficiente di precisione per produrre una previsione efficace; 2) non si conoscono o le leggi o lo stato iniziale del sistema 3) non si ha il tempo per mettere in atto una simulazione del sistema tale da prevedere ciò che deve accadere prima che accada. L’imprevedibilità cioè si manifesta per un difetto di risorse (tempo, informazioni, potenza di calcolo) da parte di un osservatore.
Immaginiamo dunque quali possano essere le condizioni per cui un sistema, complesso a piacere, possa essere considerato “libero”, cioè non determinato. Pur avendo postulato che vi siano delle leggi necessarie, abbiamo detto che vi sono dei limiti e questi possono contribuire a fare si che un sistema, pur determinato, sia considerabile libero agli occhi di un determinato osservatore. Non c interessa sapere se un sistema sia intrinsecamente o ontologicamente libero.
Il sistema che osserva, se fornito in input dell’insieme (leggi, stato iniziale sistema osservato) fornirà in un dato tempo, in output, uno stato finale del sistema osservato.
Se il tempo fosse insufficiente o il risultato errato, l’osservatore giudicherà che il sistema gode di un certo grado di libertà, graduato secondo l’errore commesso, la frequenza e regolarità di eventi imprevedibili, ecc.. L’osservatore può anche fornire degli input al sistema osservato, in modo da vagliare lo spazio di eventuali possibili stati interni, influenzandolo ceteris paribus. In questo modo otterrà delle informazioni sullo stato interno o sulle leggi che lo governano.

Ma il sistema che osserva può coincidere con quello osservato, e questo introduce delle interessanti complicazioni. Un sistema che si osserva (chiamiamolo riflessivo) candidato all’attributo di “libero” necessita di una capacità di previsione da indirizzare nei confronti di se stesso. Un sistema riflessivo prenderà in input il proprio stato al tempo t e fornirà al tempo t’ un output che comprende il proprio stato (o un sottoinsieme di esso) al tempo t”, Se t’ <= t” il sistema è in grado di prevedersi, e —per quel particolare evento — non è libero, Altrimenti, se fallisce o prevede “in ritardo” è libero. Sono esclusi da questo tipo di ragionamento i sistemi che non sono in grado di fornire come output una descrizione del proprio stato, in funzione di una previsione. Non posso dire che un termostato è libero perché incapace di prevedersi, ma perché non è in grado di produrre un output che prefiguri un suo proprio stato futuro mettendolo in relazione con certe leggi e uno stato iniziale.
Di conseguenza i sistemi complessi che non sono in grado di prevedere ciò che faranno —pur potendolo fare— sono liberi.
Ciò che complica la questione è il fatto che anche se il sistema fosse in grado di produrre una previsione prima che questa si verifichi, questo output entrerà a far parte dello stato interno del sistema oggetto della previsione stessa. In sostanza, la previsione di un sistema riflessivo non solo deve avvenire prima che si compia l’evento da prevedere, ma il sistema deve poter prevedere anche che avrà compiuto quella particolare previsione che sarà inclusa nel suo proprio stato. Sarebbe come dire che l’oggetto di una previsione sarà l’evento della previsione stessa. Una previsione, per avvenire in condizioni di completezza di informazioni, richiederebbe che l’output del processo di previsione sia parte dell’input del medesimo. Il che può avvenire per puro culo, non per effetto di una qualche legge. Cioè, in un sistema che cerchi di prevedere se stesso, una previsione sarà non solo riflessiva, ma anche ricorsiva e retrocausale.
Ciò che più probabilmente accade in un sistema riflessivo è che esso tenta una previsione in base alle informazioni disponibili, produce “in tempo” un output, che entra a far parte di un nuovo stato del sistema e parte di un nuovo processo di previsione, finché l’evento atteso non si manifesta. Nel frattempo le previsioni continuano ad entrare a far parte dl sistema con diverse possibili dinamiche (rafforzamento, flip-flop, ecc).

In sostanza —a meno di ammettere la retrocausalità— è ben difficile che un sistema riflessivo, cioè in grado di produrre una rappresentazione di un proprio stato futuro, non sia libero, in quanto estremamente inefficace nel prevedersi.