divisione del lavoro nella società dell'informazione in rete · 2007-03-17 by mmzz
Come verrà ripartito il lavoro nella società della conoscenza?
Ciascuno ottiene nella società industriale la sua posizione sociale dal ruolo ricoperto nella catena della produzione di beni (merci).
Se si confermerà la tendenza che vediamo affermarsi in alcuni circoscritti ambiti, ma con significative innovazioni che si propongono anche ad altri contesti, la catena della produzione lineare lascerà il posto a una catena del valore della conoscenza non necessariamente così organizzata e definibile in ruoli precisi, non così univocamente determinata dalla sua relazione col mercato.
- il prodotto non è mai finito ne definito in modo ultimativo. Il valore incorporato nel prodotto può assumere un nuovo ruolo?
- E’ vero che i feedback sono continui a tutti i livelli della catena? Oppure anche nella catena del valore della conoscenza, nonostante non vi siano dei vincoli strutturanti della produzione (approvvigionamento, catena di montaggio, distribuzione), questa si organizza in modo analogo alla catena tradizionale, appoggiandovisi come a una metafora? Si possono intravvedere nuovi modi di produzione che superano il vecchio paradigma?
- Quale ruolo assume il capitale? manca la sua necessità nella produzione di scala, oppure svolge ancora un ruolo attivo, ad esempio rendendo possibile (venture capital) l’emergere dell’innovazione significativa da un processo caotico (rumore) generale, consentendo però a tutti di essere remunerati per il proprio lavoro, anche se “inutile”? Quali modelli di business reggeranno? A quali livelli di prezzo? Con quali livelli di scambio?
- Quali tendenze si manifesteranno come più forti e forniranno il paradigma della produzione di conoscenza? La proprietarizzazione o l’apertura? la condivisione e il coordinamento o l’uso massiccio di mezzi tecnologici per ripristinare l’equivalente della dipendenza da un mezzo di distribuzione e da un mercato?
- In che modo misurare un valore che non necessariamente troverà la sua espressione in un prezzo fissato una volta per tutte? Cosa misurerà il PIL?
- Che ruoli si potranno identificare attorno alla produzione e trasformazione di informazione? Forse il ruolo di analista e sintetista saranno rilevanti? Che gerarchie si manifesteranno? Che valore avrà la creatività e l’esperienza?
- Quali identità politiche deriveranno dai diversi comportamenti? Forse gli apocalittici e gli integrati (Eco) avranno ciascuno un ruolo: i primi come consolidatori, stabilizzatori della conoscenza e della società, mentre gli altri saranno i cacciatori di innovazione che apporteranno nuovi input e nuovo codice, pretendendo continuamente di sconvolgere ciò che è stato acquisito. E’ possibile intravedere una nuova frattura politica? Forse ai cacciatori di informazioni verranno a contrapporsi i coltivatori di conoscenza per via della diversità metodologica di accesso e produzione della conoscenza. Il primo più portato all’analisi delle informazioni e il secondo alla sintesi (anche grazie al prodotto dei primi)?